Milano, dovrebbe essere l'11 marzo 2020
- La cronista
- 12 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 12 mar 2020
«Grigne, Resegone, Sileggio, Corni di Canzo, mi avete vista con il cuore decisamente meno leggero del solito, io vi ho viste invece bellissime e imperturbabili. Questa volta, vi ho osservate dal Moregallo. Su in cima arrampicando lungo il Canalone Belasa, circondata da pinnacoli di roccia che - come quelli della Grignetta - ricordano i silenziosi giganti di pietra di una fiaba. Mi avete fatto passare attraverso le quattro stagioni, i colori estivi e il caldo vero e proprio del Canalone appoggiato sul versante sud, in direzione lago; il bianco accecante, l’azzurro plumbeo e il vento dei mille metri della cima che guarda i ghiacciai sullo sfondo. Da lassù, tutte le paure di questo momento sembrano bugie lontane; si sta riducendo tutto all’essenziale e voi siete parte del mio essenziale. È fortissimo, adesso, il richiamo irrazionale a rimanere in alto; l’illusione che sí - grazie al vostro immutabile silenzio comunicativo - il distacco. Eppure, bisogna scendere prima del tramonto perché il nostro posto è là in basso. “Se sei in cerca di angeli o in fuga dai demoni, vai in montagna”».
Era domenica 8 marzo 2020, non eravamo ancora diventati un’unica – gigantesca – zona rossa; tuttavia, qualcosa mi suggeriva che – di lì a poche ore – le mie montagne mi sarebbero sembrate ben più lontane di quanto mi sembrino normalmente.
***
È tutto sospeso, come se galleggiassimo in una dimensione in cui Milano non è Milano, bensì un contenitore di persone avvolte ciascuna da una spessa bolla di pensieri. “Surreale”, dicono in molti. Surreale è, in effetti, svegliarsi al mattino con la consapevolezza di non dover correre nella direzione del - mentalmente e fisicamente - rampante centro città. Niente tailleur d’ordinanza, niente tacchi, niente slalom per schivare i turisti di Brera, niente sguardi compiaciuti dei maschi alfa liberi professionisti costantemente al telefono. Soltanto io e lo schermo del PC. Solo lui e i suoi solidissimi schemi, il diritto, sono una garanzia: “se x allora y, ma…”.
Che poi, oggi mercoledì 11 marzo 2020 sembrava una di quelle domeniche d’estate in cui il condominio è piuttosto silenzioso. Molti in ferie, soltanto qualche sporadica voce dall’altro lato della ringhiera. Per la precisione, oggi sembrava l’inizio dell’estate, con dei raggi di sole mattutino inaspettatamente caldi, filtrati dalla finestra socchiusa.
I ciliegi, lungo la strada che porta al supermercato, stanno fiorendo. Fiori rosa e rami fittissimi, alzo lo sguardo, lì in mezzo un cielo azzurrissimo. Secondo il ricordo di un social network, un anno fa esatto ero in montagna e avevo accompagnato un amico sulla seconda ferrata della sua vita. Era stata una giornata divertente, lasciavo alle spalle un periodo non dei migliori, spiegavo al mio amico – di fronte alla consueta birretta post salita - come ero tornata a concentrarmi sulle mie ambizioni. Nulla di tutto questo sarebbe stato minimamente immaginabile, ai tempi.
Fa caldo, é la solita atmosfera di rinascita e di aspettativa che segue la fine dell’inverno. Sono in fila al supermercato. Sembra di stare fuori dal tempo.

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