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  • Immagine del redattoreLa cronista

DUE PAROLE SU HARRY POTTER

Era comparso sui social, mesi fa, un articolo secondo il quale crescere amando Harry Potter (libri o film, tralasciando qualsiasi polemica sulla trasposizione cinematografica) comporterebbe il diventare una persona migliore. Tutto dimostrato da un’improbabile ricerca di un’altrettanto improbabile università anglosassone. Ebbene, pensandoci un attimo, il teorema potrebbe non essere così sbagliato.


A partire da questa settimana, la TV analogica ha iniziato a riproporre gli episodi della saga e devo dire che, se non è scientificamente dimostrabile che gli studenti (e i professori, sì) di Hogwarts ci abbiano rese persone migliori, è quantomeno sostenibile che ci abbiano donato una bellissima visione sulla vita. Tra i motivi, ci sono i seguenti:


1. La scelta tra Bene e Male

Il mondo non è bianco né nero: esiste una vastissima zona grigia, spetta a noi orientarci scegliendo una via. Il Cappello Parlante è molto chiaro sul punto: “coraggio, talento, voglia di mettersi alla prova” sono qualità astrattamente ricollegabili sia ai Grifondoro sia ai Serpeverde. Eppure, Harry è sicuro: “ti prego, tutto tranne Serpeverde”. E così è stato.

2. La bugia del sangue impuro

Secondo Draco Malfoy, vero mago è il “purosangue” ovvero colui la cui ascendenza si compone esclusivamente di maghi e streghe. Un solo parente babbano – ovvero privo di poteri magici – sarebbe sufficiente per rendere indegna l’ammissione a Hogwarts. Mai teoria fu più sbagliata.

Hermione Granger, figlia di due comuni babbani, ha in sé qualità “non magiche” tali da renderla - semplicemente - la migliore!

3. Il coraggio di chi ha paura

“La paura di un nome non fa altro che incrementare la paura della cosa stessa”. Mantra che ritorna lungo tutta la saga.

Sarebbe un errore, una follia, non temere Lord Voldemort ovvero “Colui che non deve essere nominato”. Harry, Ron ed Hermione sono coraggiosi in quanto conoscono ma non temono la paura, ne identificano in maniera chiara l’oggetto (senza troppi giri di parole) e imparano ad affrontarla.

4. Amicizia

L’amicizia è fiducia, sintonia e aggiusta le cose. Bastano pochissime scene per capirlo.

Ron non può permettersi economicamente gli snack sul treno per Hogwarts ed Harry, notando il suo sguardo sconsolato, non esita un solo attimo prima di comprare l’intero carrello di Tuttigusti+1 e Cioccorane da condividere con l’amico appena conosciuto.

Harry Potter e i suoi occhiali, vuoi per un disagio vuoi per l’altro, sempre rotti. Oculus reparo! L’apparentemente gelida Hermione crea così - con un gesto affettuoso e disinteressato, durante il primo viaggio per Hogwarts – un legame destinato a durare per sempre.

5. Famiglia

La famiglia non è composta esclusivamente dai nostri “consanguinei”. Se è vero che - fino ad una certa età, volente o nolente – il concetto di famiglia tradizionale si impone, arriva per tutti il momento in cui è possibile integrare il nucleo. Se l’unica “famiglia” di Harry fosse stata zia Petunia (con tanto di marito Vernon e figlio Dudley) e non anche i Weasley – ad esempio – cosa ne sarebbe stato di lui?


Da ultimo, a discapito del “non esiste quella robaccia!” pronunciato dall’iracondo zio Vernon, la saga ideata da J. K. Rowling ci insegna che la magia esiste. E che non è certo questione di pozioni, formule in latino o bacchette magiche.




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