Questa notte sai di casa
- La cronista
- 31 ago 2021
- Tempo di lettura: 1 min
C’è qualcosa che mi porta a scrivere di te, sebbene non abbia ancora ben capito chi sei.
Capita soprattutto durante certe sere di un blu limpidissimo pieno di stelle, quando il tuo profilo è definito – all’orizzonte – solo dalle chiome dei pini scuri. Non capita esclusivamente quando resto imbambolata a fissare il marmo illuminato delle rovine; è lo stesso quando passeggio in alcuni quartieri che sì, “fino a qualche anno fa era meglio starci lontano”, ma ora brulicano di vita.
Sai essere persuasiva come poco altro.
Forse è perché sei l’unisono dei sensi: tocco la pietra e sento i tuoi odori. Ti osservo e sento i tuoi rumori, la polizia, i suonatori di strada. Le campane delle chiese, il verso dei gabbiani, le lingue di mezzo mondo; hai il fascino caotico di Babele.
Forse é perché sei abilissima nel non lasciarti scalfire da ciò che, invece, consuma le nostre esistenze: il tempo. Non è la solita questione dell’eternità, è qualcosa di sottile. Sembri immobile, ma sai mutare. Ti ho conosciuta in piena estate, toglievi il respiro in tutti i sensi, con l’aura di una città di mare. Il vento di queste sere ti sta già dando, però, un’altra forma.
Ti attacchi all’anima passando dagli occhi, la scuoti e – anche quando la tentazione è di fuggire dalle tue evidentissime imperfezioni – stimoli un unico desiderio: restare.
Guardo fuori dalla finestra. Questa notte, sai di casa.

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